Riscoprire le “Instructiones” di San Carlo Borromeo

Quando ho letto le Istructiones di San Carlo Borromeo, ho deciso che potevo trasformale in qualcosa di concreto e realizzare una casula secondo le sue norme.
Ha sempre un grande fascino per me, sfogliare testi di liturgia più o meno antichi, per scoprirvi nuovi spunti e per approfondire le tematiche di sempre.

Tra i testi che sfoglio spesso, vi sono le INSTRUCTIONES FABRICAE ET SUPELLECTILIS ECCLESIASTICAE di San Carlo Borromeo. Egli intese al suo tempo codificare e regolamentare gli aspetti relativi alla fabbricazione ed impiego dei paramenti e delle sacre suppellettili, compresi gli arredi. Molte norme infatti  all'epoca ( come ora) erano codificate in forma stabile, ma molte altre no e lasciate alla interpretazione del sacerdote.
Nella fattispecie, trovo molto interessante il tentativo di San Carlo, di codificare la foggia dei paramenti. Qui intendo esaminare lo sforzo profuso a favore della codifica della casula.

La  casula cristiana ha origini lontanissime

La casula cristiana della tradizione cattolica ha origini lontanissime ed è diretta derivazione di una veste già in uso all'epoca romana. Molto ampia all'inizio, con fondo più o meno arrotondato, subisce progressive evoluzioni. Molto interessante è la foggia paleocristiana , risalente al X-XI sec. Una vera forma a campana, di cui si conservano ancora oggi numerosi esemplari nei vari musei diocesani.
L'impiego di tessuti broccati sempre più pesanti e preziosi ricami, rendeva questa foggia poco pratica durante la celebrazione. Il processo di restringimento ed accorciamento era in atto. Nel XIII secolo , la foggia appare meno ampia e corta, tendente ad un fondo a punta. Compare il tau sul davanti e dietro. Passano i secoli e la foggia si restringe, per certi versi in modo innaturale. L'intervento di San Carlo, mirava proprio a questo, ovvero impedire ulteriori accorciamenti. Egli ne definì le misure e gli schemi decorativi. Non più stretta di circa 1,40 metri e di adeguata proporzionale lunghezza, la casula non doveva essere ulteriormente ristretta.
La casula non era solo una veste liturgia, ma simboleggiava la Casa, la Chiesa capace di abbracciare il popolo di Dio. Ai suoi occhi era inaccettabile una ulteriore decurtazione dell'originaria ampiezza.

La forma della casula dalle origini alla pianeta
L'evoluzione della foggia della casula

In verità la decurtazione proseguì nel tempo, tanto che la casula ampia divenne una pianeta.
Moltissimi sono gli esempi di pianete realizzate in tessuti molto preziosi, finemente decorate. Splendidi esempi di un'arte tessile quasi del tutto scomparsa.
Il punto è che la pianeta divenne davvero molto stretta. Si ricorda oltre che la foggia romana anche quella cosiddetta a "violino", davvero striminzita sul davanti.
San Carlo Borromeo voleva evitarlo, ma a quanto pare non ci riuscì...
Nulla a che vedere in ogni caso con quelle follie odierne che vanno sotto il nome di tristola o qualcosa del genere. Paramenti non codificati, stretti, asettici, possibilmente di poliestere double face in modo da risparmiare ancora di più. Anche sul buon gusto e sulla dignità della veste liturgica stessa.
Fatto il doveroso excursus, ho voluto provare a reinterpretare le indicazioni di San Carlo e creare una casula che si avvicinasse alle sue indicazioni.

Il bozzetto preparatorio per cucire la casula
Il bozzetto preparatorio

Lungi dal voler stravolgere il mio lavoro fin qui svolto ed apprezzato, ho deciso di lavorare sostanzialmente su una foggia già appiombata, mantenendo il collo e lo schema del tau tipico delle mie casule altomedievali. Ma il taglio delle spalle è stato rivisto , così come le misure di ampiezza e lunghezza. Ora la casula è ampia circa 140cm.

Quale tessuto usare per una casula del genere?

Il tessuto impiegato è una splendida armatura di seta, colore avorio. La scelta è in un certo senso obbligata: questo tessuto è più consistente dello shantung, ma più morbido dei tessuti broccati pesanti. E' il compromesso migliore. La sua lucentezza, oltre che la morbidezza a apprezzabile solo al tatto, metteranno in maggior rilievo il decoro del tau.

Il primo piano del davanti della casula durante la lavorazione
L'imbastitura del Tau sul davanti

Il tau appunto: costruito usando una lana papale leggera, bianca con riflessi dorati. Il decoro vero e proprio su di esso, è ottenuto con un mio disegno ricamato, costituito da due croci, ma poste con schema differente. L'uso di cristalli rossi e perle bianche, contribuisce ad arricchire con sobrietà il tutto.
Lo stesso schema è stato usato anche per la colonna decorata sul dietro. Ed anche per il fondo della stola.
Per il collo, decidendo di mantenere le dimensioni standard di tutte le mie casule, ho deciso di ricamare un modulo ottenuto dalla scomposizione di quelli che costituiscono il decoro del tau.

Cucire il collo della casula borromea

Il collo è sempre un punto critico nella confezione della casula.

A me non piace renderlo eccessivamente rigido con anime di cartone o altro. Uso una mia metodica per renderlo "morbidamente rigido", poiché è importante che resti montante, non bloccato. Ma questo è il mio punto di vista, s'intende.

Nel complesso ecco come si presenta la mia interpretazione delle Instructiones di San Carlo Borromeo.

La casula confezionata mostra la sua classica forma rasstremata

Apprezzabili le misure ridotte, ma non estreme. Lo schema decorativo, semplice ed omogeneo. Ricca ma non ostentata. Mi piace davvero molto il contrasto dei colori chiari del corpo casula, con la fodera di raso rosso intenso. La fodera riprende il colore dei cristalli.

Ecco il davanti della casula tardomedievale o borromea.
Essa si presenta corta sulle braccia, ma non certo rimaneggiata come nel caso della pianeta.
Il contrasto cromatico tra tessuto principale e contrasto ricamato, è decisamente armonico.

Il dietro della casula

Uno sguardo anche al dietro della casula stessa.
Molto lineare. La colonna mantiene stesse misure e decorazioni già viste sul tau.
E' visibile il raso rosso che costituisce la fodera del capo.

La stola coordinata

In ultimo, ma non certo per importanza, uno scatto alla stola. Tutto sommato semplice, con una variazione del ricamo al fondo sul medesimo tessuto di contrasto della casula. Anche in questo caso ho deciso di utilizzare poche pietre rosse e perle bianche.
Molte più fotografie sono visibili, per chi lo volesse, nella galleria fotografica  .
Ho cercato di reinterpretare norme antiche. Ho lavorato per poter creare un paramento degno per il Signore. Ai miei occhi esso mi pare un buon lavoro. Certo è molto distante dalle  casule ampie più comunemente usate. Non la moda, ne il lucro. Ma l'amore per la liturgia ha condotto il mio lavoro.